Chiesa  della  Madonna  delle  Grazie 

La  Chiesa  della  Madonna  delle  Grazie, situata nel villaggio di Pogerola,  fu  edificata  nel  1539  da  un  gruppo  di  pogerolesi  per  tenere  fede  ad  un  voto  assunto a seguito di una terribile pestilenza che aveva colpito il villaggio.

L’interno  è  costituito  da  un’unica  navata  con  due  cappelle  laterali,  di  cui  quella  a  destra  presenta  una  seicentesca  tela  di  Giovanni  Bernardino  Azzolino,  detto  “il  Siciliano”,  che  raffigura  il  transito  di  S.  Giuseppe,  mentre  quella  a  sinistra conserva la tela seicentesca di Tobia e S. Raffaele, tradizionalmente attribuita a Bernardo Cavallino.

Sull’altare  sono  esposte  tre  pregevoli  tavole  cinquecentesche  divise  da  lesene  con  capitelli:  quella  centrale  opera  di  Tobia  e  Vincenzo  de  Ponte,  raffigura  la  Madonna  con  il  Bambino,  e  dipinta  nel  1524.  Quelle  laterali  di  S.  Gaetano  da Thiene che regge il Vangelo, e di S. Andrea Apostolo sono successive.

Degno  di  nota  è  il  busto  ligneo  della  Madonna  delle  Grazie  in  estofado  de  oro.  La  particolarità  di  questa  statua  consiste  nel  fatto  che  nel  suo  seno  destro  si  trovi  incastonata  una  piccola  pietra:  la  tradizione  narra  che  su  di  essa  sia caduta una goccia di latte della Madonna, mentre allattava il Bambino Gesù durante la fuga in Egitto.

In  un  assolato  14  agosto  della  fine  del  1500,  alle  ore  14:00,  le  campane  cominciarono  a  suonare  a  festa.  Il  parroco  del  tempo  accorse  insieme  al  popolo.  Entrati  in  chiesa  si  accorsero  che  dal  seno  sgorgava  una  grande  quantità  di  latte.  Ogni  anno,  da  quel  giorno,  il  14  agosto  si  fa  memoria  del  prodigioso  evento.

Sulla  destra  della  chiesa  vi  è  l’oratorio  della  settecentesca  confraternita  dell’Immacolata  Concezione,  in  cui  sono  ancora  presenti  gli  stalli  della  confraternita ed  il  trittico  del  pittore  amalfitano  Leone  Deliani con  l’Immacolata,  San  Filippo  Neri  e  S.  Vincenzo  Ferreri. Nel 600 è documentata la congrega del Carmine.

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